Mi presento,
Georgia, 31 anni, Genova, fino a non molto tempo fa ragazza comune, oggi
sognatrice che ci prova, ma ci prova sul serio a realizzare i suoi sogni.
Ho lavorato per
una decina d'anni in un ufficio, vita ordinaria, amici, famiglia, serate nei
locali, palestra.
Poi un giorno
un paio di anni fa mi sono svegliata, mi sono guardata indietro, ho guardato il
mio ieri, ho guardato il mio oggi, ho guardato il mio domani e no, quella
non era affatto la vita che volevo, che sognavo per me quando ero bambina e
ancora nulla sapevo.
Da bimba sogni,
poi diventi adulta e tutti, tutti quelli che dovrebbero renderti una persona
migliore e utile alla crescita di questo nostro mondo, ti riempiono la
testa di tante bugie, di tante paure per farti rimanere invece incatenata ai
loro schemi, per farti dimenticare, seppellire, spegnere i tuoi talenti che ti
rendevano tanto speciale, almeno per te stessa, addirittura non ti permettono
nemmeno di scoprire quali siano perché tutto nella nostra società è strutturato
in modo che ogni cosa si sussegua senza darti il tempo di pensare, di
sperimentare e nei vuoti ci sono i loro messaggi che ti dicono di lasciare
stare, che se ti senti diversa e speciale non ti preoccupare non è grave
ti passerà.
E
invece no, io sono fermamente convinta che le peculiarità, i talenti,
siano doni e che ognuno dovrebbe svilupparli, accrescerli e metterli al
servizio degli altri, perché solo seguendo la propria tensione interiore
possiamo essere felici e solo se siamo felici possiamo contagiare gli altri.
Così ecco che
un giorno ho detto basta anche se non avevo di certo le spalle coperte da una
famiglia agiata; per avere un modo di lasciare l'ufficio e avere qualcosa di
diverso in mano che non mi rispedisse in un altro ufficio, ho iniziato a fare
corsi di massaggi e dopo un anno mi sono licenziata e sono partita per i tre
mesi più belli della mia vita, un viaggio in solitario in Thailandia e India,
per fare corsi di massaggi ma soprattutto vivere. Così io, una ragazza comune
che fino a poco prima aveva paura anche solo di alzare lo sguardo dalle
proprie scarpe, ho lasciato tutte le mie certezze per terre per me del tutto
sconosciute e per un futuro ancora più ignoto. IL MOMENTO PIU' BELLO DELLA MIA
VITA!!! all'idea provo ancora la stessa emozione, la stessa adrenalina.
.."e
quel giorno mi sono chiesta: se la mia vita fosse un libro o un film, qualcuno
avrebbe voglia di leggerla o vederla??? e la risposta è stata no, perché io
stessa non ne avrei voglia.. che amarezza.. e da quel momento ho deciso che
avrei fatto di tutto e di più per vivere quella vita che vorrei leggere in un
libro, vivere la mia vita come il preferito tra i miei film"..
queste righe
sono prese dal diario che ho inviato agli amici durante il mio viaggio, che qui
riporto.
Oggi il mio sogno è quello di poter
viaggiare e scrivere, raccontare, poter dare sfondi diversi
alle pagine del mio libro, della mia vita. Per questo scrivo qui, non so
nemmeno io sperando in cosa, ma sono fiduciosa che la vita ci aiuti quando
davvero vogliamo renderle onore assaporandola in profondità e trasmettendo agli
altri quello che impariamo e che magari loro non possono vivere. Non so da dove
cominciare per realizzare questa aspirazione di "Ricercatrice di sogni e
parole" così ho deciso di iniziare da qui confidando nel famoso detto
"aiutati che il ciel ti aiuta" e qualcosa di buono sono sicura
uscirà.
Con fiducia,
Georgia Briata
DIARIO
DI VIAGGIO E DI UN SOGNO: THAILANDIA – INDIA 2007
Chiang Mai,
Thailandia 12/01/07
Il viaggio continua, volevo scrivere un diario di
viaggio per me stessa, ma in fondo le cose non esistono se non ci sono testimoni..
per cui voi sarete i testimoni del mio viaggio, se avrete voglia leggerete
altrimenti saprete comunque che sono viva e che se scrivo sto bene.
..è stata una settimana senza sosta.
Abbiamo lasciato il caos di Bangkok l'8, parlo al plurale perché come da
programma a Bangkok ho incontrato il perugino conosciuto su internet e mio
compagno di viaggio per alcuni giorni. Davvero una persona d'oro che si va ad
aggiungere alla lista già piuttosto lunga.
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Sukothai, Thailandia |
Da Bangkok abbiamo preso
il treno fino a Phitsanulok, una cittadina pochissimo turistica e per questo
deliziosa, la caoticità della metropoli è già dimenticata per fortuna. Da qui
abbiamo preso il bus per visitare Sukothai, vecchia capitale imperiale, con
templi bellissimi.
Viaggiare con i mezzi è qualcosa di indescrivibile, 6 ore di treno, nel vagone
accanto a quello dei monaci, con personaggi che passavano con cesti pieni dei
cibi più assurdi. Non è di certo come viaggiare con l'aereo, dal finestrino
aperto arrivava vita di ogni genere, giardini curatissimi e casupole che
sembravano in attesa di quel soffio che le facesse finalmente cadere, pianure,
distese interminabili di risaie, natura così rigogliosa da essere già quasi
giungla, fuliggine dei fuochi accesi dai contadini.. tutto ti arriva in faccia
ed è vero, non è un film, non sono solo immagini, ne senti gli odori, i
rumori..
ci sono realtà ed esperienze così forti da arrivarti in faccia come un muro di
cemento armato, altre come un muro d'acqua ed altre ancora come un brodo
caldo.. questa è la mia Thailandia. Mi sto immergendo piano piano senza
rendermene conto, niente di violento, solo questo tepore liquido che piano
piano ti avvolge, ti culla, ti scalda, e all'improvviso tutto diventa familiare
tanto da non chiederti più nulla.. i templi al posto delle chiese, gli occhi a
mandorla, le bancarelle che cucinano fritti di ogni genere ad ogni ora del
giorno e della notte, la cantilena della persone thai che sembra il lagnarsi di
un bimbo scontento ma che poi ti guarda in faccia e sorride.. i vecchi hanno i
visi completamente segnati da rughe, solchi profondi, e quando sorridono
capisci perché, il sorriso riapre ciascuna di quelle rughe e ti rendi conto che
sono i segni di una vita di sorrisi, e non quelle rughe verticali che abbiamo
noi.. dopo una vita di dubbi e crucci..
Ed ora eccomi qua, a Chiang mai.. altre 7 ore di treno.. un gioiello, siamo
arrivati un paio di giorni fa e me ne sono già innamorata, chi c'è stato può
capirmi.. la temperatura è perfetta, saremo sui 26 gradi ma secco, ho trovato
una guest house a 3,00 euro, con tanto di piscina dove oggi ho passato alcune
ore a poltrire e a chiacchierare con gli altri clienti, tutti giovani, da ogni
parte del mondo. Niente a che vedere con i mega resort turistici, ma qualcosa
di delizioso, semplice, complice..il perugino è ripartito per il nord, ma qui
l'ultimo dei problemi è conoscere gente..
Viaggiare da soli ti mette davvero davanti a quello che ti meriti, a quello che
ti spetta.. quando si è in due, nel viaggio come nella vita, non puoi mai
sapere se quello di positivo e negativo che ti capita è qualcosa di tuo o
dell'altra persona, ci sono storie fortunate altre no, e quando le persone si
dividono.. improvvisamente ad una delle due capita magari di avere solo
sfortune o solo fortune.. e così si scopre che quello che stava vivendo non era
la sua vita, non erano i suoi debiti o crediti, ma quelli dell'altro..
Quando si viaggia da soli sei solo tu e quello che fai, capisci davvero quello
che ti spetta, quello che hai seminato e di cui ora raccogli i frutti.. ti
metti in gioco, non hai ne il paracadute ne il macigno di qualcun'altro.. non è
fantastico??? per usare un termine ormai molto inflazionato: sei stato
nominato! ed ora vediamo che succede!!!
Chiang Mai 22/01/07
Ci sono alcune cose di quel poco di Thailandia che
ho visto, piccole cose, che temo di dimenticare un giorno e ho così deciso di
annotarle.. sono quelle piccole immagini che si ripetono e che in qualche modo
riempiono i vuoti, i buchi tra un pensiero e l'altro mentre si cammina per
strada..
Prima fra tutte, la miriade di piccoli cani e di gatti che popolano le strade,
i giardini dei templi e delle case, decine e decine, tutti di razze non
definite, tutti un po' simili tra l'oro, senza un'identità', in un certo senso
rispecchiano l'immagine che noi occidentali possiamo avere dei popoli asiatici,
che avendo tutti colori e caratteristiche molto simili guardandoli in una folla
non è semplice distinguerne l'individualità'..
e così questo popolo di piccoli animali coesiste con le persone, ne accompagna
le giornate, si stiracchia al sole, corre, gioca e si riposa, senza che la vita
lo scomponga, senza pensare forse di avere un dovere.. solo rimanere lì, a
riempire i vuoti..
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Pitsanulok, Thailandia |
Altra cosa che mi ha colpito è che nelle vecchie botteghe, per strada, nelle
guest house, si vedono spesso oggetti antichi o anche solo vecchi, collezionati
in anni di vita o forse in anni di sogni, come se la Thailandia avesse di sé una memoria molto antica e temesse in qualche modo di perderla, e così giorno
dopo giorno, oggetto dopo oggetto, si stringe attorno il suo passato.
Questi
posti diventano quasi un buco nel tempo, come il barbiere dove Matteo voleva
farsi spuntare i capelli e ne è uscito completamente rasato e sbarbato,
comprese orecchie, naso e occhi, oppure la guest house a Pitsanulok, o vecchie
botteghe per strada nelle quali non si capisce bene cosa vendano, forse solo
ricordi..
forse sono i ricordi di una Thailandia fiera di se stessa, prima che iniziasse
il turismo del sesso e che in qualche modo vuole ricordare al mondo quanto di più
possieda, lucidando i propri trofei, i propri sguardi e i propri sorrisi.. in
attesa che arrivi il momento per mostrarli al mondo, quando finalmente avrà
voglia di vederli.. i sorrisi.
Le ragazze thai, molte almeno, hanno l'apparecchio ai denti, forse anche loro
si preparano a una nuova immagine per quando i riflettori saranno puntati sulla
vecchia nuova Thailandia.
Le ragazze thai hanno quasi tutte un corpo sottile, senza curve, bellissimi
capelli neri e lucenti, indossano la minigonna e se sui motorini siedono dietro
tengono le gambe dallo stesso lato, come forse facevano le nostre nonne quando
andavano sulle lambrette dei loro fidanzati; e le vedi passare, appoggiate come
bamboline, con i piedi ciondoloni stretti dentro alle scarpette tipo ballerina
di quando eravamo piccoli noi, non si tengono, e quando il motorino frena si
spostano di poco, i capelli nemmeno si muovono, perfette, composte, delicate,
pallide. Molte donne camminano con il parasole, mai visto niente di più assurdo
e aggraziato nel contempo.
Questa Thailandia sta davvero cambiando faccia, o meglio, riesce finalmente a
mostrare quanto di più bello abbia, la sua natura rigogliosa, le sue
tradizioni, i suoi animali, e così anche il nuovo popolo di turisti è arrivato,
quasi come una razza di nuovi eletti, belli, alti, biondi e forti, uomini e
donne, tutti così perfettamente trasandati da sembrare appena usciti da una
rivista per sport estremi, dove per avere quell'immagine selvaggia i modelli
stanno al trucco per ore.
Qualche sera fa ho seguito un corso di cucina thai, gli unici due studenti
eravamo io e un ragazzo israeliano, uno chef che studia psicologia, e così i
discorsi si sono sciolti e mescolati tra la valutazione della psiche umana e
dei vari tipi di zenzero, una sorta di cucina zen insomma, e qui è normale così.
La scuola era praticamente in mezzo alla giungla, con animali e insetti di ogni
tipo e non era facile stabilire chi alla fine avrebbe mangiato chi, e qui è
normale così.
La nostra insegnante, una bellissima ragazza thai, ci ha spiegato le varie
ricette e le incomprensibili (per me) spezie in un perfetto inglese, ci ha
detto che vorrebbe andare all'estero ma che quando una bella ragazza thai cerca
lavoro fuori si aspettano che possa fare un lavoro solo, non è il caso che stia
a spiegare quale.. e purtroppo qui e fuori è normale così.
Già da una settimana sto facendo il corso di massaggio thailandese tradizionale
(di cui potrete godere al mio ritorno), classe numerosa, più di 20 anime da
tutto il mondo, quasi tutti venuti da soli e quindi molto naturalmente siamo
diventati una famiglia. oDpo la scuola si esce in 3 o 4 e poi per le strade o
nei bar, magicamente ci incontriamo tutti, e come nel pifferaio magico, come
gocce di mercurio in uno scivolo, ci riuniamo per giocare di sera nel bar sul
tetto, come giochiamo di giorno in classe. Seduti sui tappeti, con piedi ed
anime nudi, a raccontarsi in tutte le lingue del mondo quello che a volte a
casa non riuscivi nemmeno a spiegare con la tua.
Mi torna spesso in mente Londra,
dieci anni fa, quando studentessa come di nuovo ora, era normale tradurre
qualunque lingua tanto si era ormai abituati a decifrare ogni singola piega del
viso, ogni espressione degli occhi, ogni gioco di mani.. forse per questo ci si
capisce così bene..
Sono andata a trovare una vecchia signora, un'insegnate di massaggi thai anche
lei, una nonna, non parlava una parola di inglese, mi ha solo stretto le mani,
mi ha mostrato il libro dei suoi ex studenti con le foto e le dediche, un po'
tutti figli suoi e non sono servite parole. E' proprio vero che quando non ci si
capisce è perché non si vuol capire, tante parole spesso confondono invece di
spiegare, stringere una mano con il cuore, sorridere, questo mi ha insegnato in
un secondo, quanto è facile spiegarsi.
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Sunday market, Chiang mai, Thailand |
Nei week end chiudono molte strade per fare un enorme mercato, mai visto un
posto più colorato e più vivo, profumi di spezie e di fritto, luci che sembrano
addobbi di natale, venditori di ogni tipo, musicanti e ballerini di danze tradizionali,
tutti lì in mezzo alla strada, in mezzo alla vita e del resto dove dovrebbero
stare?
C'era un gruppetto, una piccola orchestra di piccoli musicisti, bambini, il più
piccolo avrà avuto 4 anni, il più grande una decina, suonavano e cantavano, e
come fai a non dargli nulla, meglio saperli lì che a fare altro del resto ( e
anche qui non servono spiegazioni purtroppo).
Metto nel cappello a terra 20
baht, pochi centesimi niente di più e di fianco al cappello c'è girato di
spalle, accucciato basso basso, un bimbo che vedendo la mia mano infilare
qualcosa nel cappello si gira e mi sorride, non un bambino dell'orchestra, un
bimbo thai del pubblico. Che cuore stretto, per 20 baht ho ricevuto il sorriso più
bello e doloroso del mondo, la bocca una luna lunga lunga, gli occhi due
fessure luminose, l'espressione birichina.. può un sorriso del genere valere
solo 20 baht? ...
... e così ti rendi conto, forse qui ancora più che in altri luoghi,
che per ogni cosa c'è un prezzo, per ogni cosa tiri fuori soldi, solo che per
alcune cose lo chiami costo.. per altre lo chiami valore..
Chiang Mai
12/02/07
Non è facile descrivere le ultime settimane, il mio
diario si è interrotto parecchi giorni fa, qualcuno si sarà forse chiesto se mi
fosse successo qualcosa, e di fatto qualcosa mi è successo: la Thailandia.
Quando ho iniziato a scrivere il diario sentivo la necessità di ricordare e
raccontare quello che stavo vivendo, anche se una parte di me era ancora
assopita, intorpidita dal grigiore della vecchia routine, dai dubbi, dall'inutilità'
di una vita sempre tanto uguale da cancellare ogni novità come fosse un errore
di programma e non come qualcosa di cui gioire, e così mi sedevo davanti al
computer, a volte a scrivere, a volte solo a pensare di farlo, cercando di
descrivere a parole quello che in qualche modo vivevo solo con la mente, senza
riuscire a sentirlo fino nel profondo.
Ma poi.. ecco che le parole sono diventate sensazioni, le fotografie sono
diventate vestiti che ti senti addosso e tutto d'un tratto il bisogno di
scrivere è cessato, quando le emozioni si vivono totalmente, descriverle
diventa un limite. Quel brodo caldo che fin dall'inizio mi aveva avvolta è
lentamente penetrato nel mio cuore con tutto il suo dolce liquido calore, e
quel vuoto freddo che pesava come un macigno si è sciolto, niente più peso sul
cuore, niente più gelo nelle mani, non più il pugno allo stomaco.
Ho quindi aspettato che le nuove emozioni trovassero il loro posto e si
consumassero lentamente senza essere sciupate da inutili parole, ed ora posso
finalmente raccontarle senza temere di sminuirle ne di condizionarle.
Già da un paio di settimane ho terminato il corso di massaggio thai e i miei
compagni, gli amici, ad uno ad uno se ne sono andati, ed ogni volta che
qualcuno parte un pezzetto di cuore si infrange, ti senti triste, ma poi ti
rendi conto che sentirlo questo cuore è davvero bello, e allora accetti tutto,
con la sensazione che non sarà un addio.
Da quando sono in Thailandia non sono mai stata sola un attimo, ho sempre avuto
qualcuno accanto che si è preoccupato per me, con qualcuno ho fatto solo pochi
passi, con altri un cammino più lungo, ma sempre qualcuno al mio fianco che mi
ha portato un po' più in là. E così giorno dopo giorno cresce la dolce
sensazione che ci sia sempre qualcosa a
sorreggermi, che se pur camminando sull'acqua non devo temere di
affondare, devo solo avere fiducia, muovere un passo, ed ecco che dove appoggio
il piede affiora una roccia che mi consente di avanzare.
Ecco cosa sono gli
amici, i compagni, o anche solo il passante per strada che mi sorride e mi da
l'informazione che cerco, sono la mia strada, il mio cammino. un grazie per
ogni passo.
Una decina di giorni fa sono andata a fare trekking nella giungla per 3 giorni
e due notti, abbiamo camminato nel verde profondo, salito e ridisceso sentieri
inesistenti, dormito in 18 anime, uno accanto all'altro, a tremare dal freddo
nelle capanne di bambù, mangiato alla luce delle candele, cantato alla luna e
condiviso emozioni.
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Elefanti nella giungla, Thailandia |
Una sera alcuni bimbi
del piccolo villaggio in cui abbiamo dormito, sono venuti a cantare e ballare
per noi le loro danze tradizionali, c'era una bimba di circa 4 o 5 anni, si
muoveva piccolina totalmente fuori tempo, una virgola fuori posto in una poesia,
e per questo così dolce, finiti i balli però qualcuno le ha fatto uno foto, lei
lo ha guardato e ha fatto l'occhiolino, non ci potevo credere, d'improvviso l'innocenza da quel bel
visino si è spenta, ed è diventata solo una cartolina per turisti, non c'è
davvero più scampo, nemmeno nella giungla!.
Abbiamo fatto un giro sugli elefanti, che animali incredibili, se ne può
avvertire tutta la potenza e allo stesso tempo la profonda calma. Per tutto il
tragitto un elefantino di pochi mesi ha camminato accanto alla sua mamma, che
noncurante delle urla degli addestratori si fermava per aspettarlo, o proteggerlo
o allattarlo, quant'è perfetta la natura, anche in cattività non dimentica che
cos'è importante.
I tre giorni si sono conclusi con il bamboo rafting, ossia un giro lungo il
fiume su zattere fatte di bambù, il fiume era molto basso, forse meno di un
metro, le zattere delle semplici canne di bambù legate tra loro, su cui si sta
in piedi, se ci si riesce, e si fanno avanzare dando spinte al fondale con
lunghi bastoni. E' stata un'esperienza esilarante, eravamo circa una decina di
zattere con sopra 3 persone più la guida, ad ogni curva, ad ogni secca del
fiume, la leggiadra traversata si trasformava in una battaglia tra pirati a
suon di fango, alghe, e gente buttata nel fiume, che risate, alla fine eravamo
totalmente mimetizzati tanto era il fango e il verde delle alghe che avevamo
addosso.
Altra gita interessante è stata quella per il rinnovo del mio visto, dopo un
mese infatti bisogna andare al confine con un altro stato per poi rientrare ed
avere il visto rinnovato per altri 30 giorni.
Essendo il mio visto la priorità, mi sono affidata per l'organizzazione del
viaggio alla mia guest house, senza chiedere nulla su che tipo di gita fosse,
convinta che saremmo stati solo io e il conducente del mini van, destinazione
Triangolo d'oro, ossia dove si incontrano Birmania, Laos e Thailandia. Non
potevo avere più torto, mi sono trovata in un viaggio turistico organizzato per vedere le bellezze del Triangolo e le tribù locali.
La combriccola non poteva essere più bizzarra, io, un vecchietto giapponese, un
israeliano di mezza età, un australiano sulla trentina e un altro personaggio
di età, nazionalità e nome sconosciuti. Più la guida, un ragazzo thai tutto
sorrisi e inchini.
Devo dire che alla fine si è rivelato davvero un viaggio singolare, con questi
personaggi con cui non avevo niente in comune, almeno in apparenza, potevamo
essere il gruppetto delle barzellette: c'erano un'italiana, un giapponese etc.
che ridere.
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Triangolo d'Oro, Thailandia |
Abbiamo fatto un giro su
una piccola barca a motore intorno al Triangolo, in mezzo al fiume, che segna i
tre confini. Io e nonno giappone in testa, tra spruzzi e vento in faccia, lui
teso teso, con gli occhi che gli lacrimavano, il ciuffo bianco appiccicato alla
fronte, la faccia tutta schiacciata dal vento, ad ogni saltino sulle onde delle
altre barche pensavo gli sarebbe venuto un infarto. Finalmente ci siamo
fermati, mi sono girata e la faccia del nonno era ancora tutta schiacciata,
insomma non era il vento, era solo il suo profilo giapponese..
Ed eccoci di nuovo a Chiang mai, a casa, perché è proprio così che la sento.
Lunedì ho iniziato un nuovo corso di massaggio thai, da quella vecchina
deliziosa di cui già avevo parlato, e dire che ne sono entusiasta è dir poco,
tanto che ho deciso di restare qui un altro mese e andare in India solo per una
settimana, prima del ritorno a casa.
Appena sono entrata nella piccola scuola mi sono subito sentita a mio agio,
pochi studenti, 5 me compresa,due cagnolini che fanno tanti guaiti e colorano
le lezioni di saltini e corsette, e poi Mama e i suoi due figli, tutti e tre
insegnano. Insomma, un'altra famiglia ancora. Mi era stato detto che la vecchia
insegnante non è quasi mai a scuola perché non sta troppo bene di salute, ma
per mia enorme fortuna è stata a scuola tutta la settimana ed essendo io la più
minuta del corso e lei non più forte, mi usa ogni volta per mostrare agli altri
le varie tecniche, quindi sono davvero privilegiata, sia perché è più facile
per me imparare, sia perché ricevere massaggi da quelle mani esperte è ogni
volta un'esperienza sublime. Incredibile come un corpicino che sembra ormai
consumato dagli anni possa avere ancora una carica così forte e una mente così
salda.
Le giornate procedono pigre qui a Chiang mai, nonostante siano incredibilmente
piene di esperienze, emozioni e cose da fare, la sensazione è quella di
navigare su un fiume lento, è una giornata di sole su un campo di grano appena
tagliato, dove tutto sembra fermo e l'unico suono è quello di un grillo
lontano, eppure tutto è vivo e in movimento nascosto tra i fili dorati, è come
osservare le api in un roseto abbandonati su un'amaca, con una gamba a
penzoloni che pigramente si dondola noncurante del mondo.
Chiang Mai
06/03/07
Un passo indietro..
Ho iniziato a mandare le pagine del mio diario a tutti gli amici ai quali mi
sento vicina, anche a quelli che non vedo da tanto ma sono sempre comunque
importanti, l'ho fatto per me, per sentire di avere tutti accanto in questa
esperienza, ma mai mi sarei aspettata che le mie parole potessero essere
importanti per qualcuno, anzi, con mia enorme sorpresa per molti.. mi sembra
quindi giusto a questo punto dire qualcosa di più su quello che è avvenuto
prima della partenza, prima di lasciare il lavoro, prima della Thailandia..
Tanti mi conoscono abbastanza da sapere la mia storia, altri meno, ma non credo
che tutti sappiano, compresi gli amici più cari, che cosa mi sia scattato
dentro per portarmi a cambiare così radicalmente non solo le carte in tavola,
ma anche tavolo e giocatori..
La storia dei miei passati 30 anni non è probabilmente ne più bella ne più
brutta di altre, di certo non più originale, è inutile però andare troppo
indietro, cose da dire ce ne sarebbero eccome, non tanto sul mio mondo
quotidiano quanto su quello interiore, ma non è questo il momento.
Arriviamo subito alla
fine delle superiori, diploma di ragioneria, devi pensare a cosa fare visto che
ormai gli anni spensierati sono finiti, che poi a pensarci tu tutti questi anni
così spensierati mica te li ricordi, anzi, se ci pensi caspita se crescere è
stata dura, chissà se questa favola della spensieratezza è vera o se anche
questa è un'invenzione della coca cola..
Comunque, decidi di andare a studiare inglese a Londra, per un anno, grande
esperienza, a volte dura, a volte meravigliosa, ma l'anno passa e te ne torni a
casa.
Lavori per un po' in una
scuola di inglese, poi un nuovo impiego in un ufficio, e il nuovo impiego non è
più nuovo perché sono passati già 7 anni e tu ne hai 29.
O porca miseria e dove sono finiti tutti quegli anni? cos'è successo
nel frattempo? com'è che avevi iniziato tanto bene andando a studiare
all'estero e poi ti sei persa per strada? e dove ti sei persa Georgia ??
Ripensi agli ultimi
anni, tanti periodi molto felici certo, ma niente di costruito, niente di
concreto, non sai dove vuoi andare, non hai interessi particolari se non quelli
per ammazzare il tempo, e ammazzare è proprio il termine giusto perché "passare
il tempo" non rende l'idea; ti dividi tra lavoro, yoga, palestra, corsi
mai terminati di balli caraibici, il ricordo di un amore finito e nessuna
voglia di crederci ancora.
Ti svegli la mattina, novembre, dicembre, gennaio.. chi lo sa, tutti i giorni
uguali. Il treno in ritardo, le solite facce nella solita terza carrozza, il
treno che si ferma 10 minuti in galleria, il vociferare che da sussurro diventa
sempre più alto, la tensione che cresce, decine di polsi che si girano in
sincrono per mostrare l'orologio che scandisce le gocce di sudore, una e poi
un'altra e un'altra ancora, tin tin tin, scivolano come gelide puntine sulla
fronte, l'ansia di arrivare in ritardo: ”e ora che gli dico a quello”, “miseria
mi tocca uscire mezz'ora dopo”, e “non riesco a fare colazione”..
Ti sembra di poter leggere nella mente della gente perché i pensieri dei
pendolari sono sempre quelli, a compartimenti stagni, i pensieri dell'andata
sono tutti: colazione, ritardo, speriamo sia di buon umore, quelli del ritorno
sono tutti: “se si ferma perdo l'autobus”, “ma chi ne ha voglia di uscire sta
sera sono cotto”, "speriamo di non incontrare nessuno che conosco sennò mi
tocca parlare”..
Insomma, arrivi in centro, il vento gelido che si è appiccicato alle ossa e ai
vestiti, entri nel solito bar e ti sembra che le persone ti stiano lontane perché
quel freddo che hai addosso raffredda il locale, le solite quattro chiacchiere
con il barista che ti ha conosciuto ragazzina e giorno dopo giorno chissà cosa
pensa delle tue occhiaie e delle rughe che iniziano a vedersi ma che si guardi
un po' le sue di rughe, e così esci che sei già di malumore.
Lavoro. Inutile perdere parole perché tanto ogni giorno è uguale all'altro.
Pausa pranzo, un'ora, il solito giro dei misci, cioè guardare le vetrine senza
comprare niente, tanto che odi il periodo dei saldi perché le vetrine non le
cambiano mai. Solito panino volante, telefonata alla mamma. Lavoro. Treno. Palestra.
Bevuta con gli amici. Nanna.
Quando proprio va di lusso, aperitivo, meno male che esiste!
Non so se a voi queste righe dicono qualcosa, certo la mia vita non era solo
quello, ma l'idea, la sensazione, il sentirsi soffocare in un inverno senza
fine - perché sicuramente sarò andata al lavoro anche in altri mesi, non solo
da novembre a febbraio, ma insomma - la sensazione è sempre quella..
Poi il colpo finale, un anno prima, di anni ne hai ancora 28, capo nuovo, e nel
giro di un anno detesti tanto il tuo lavoro che ti sembra di averlo sempre
odiato, eppure per 6 anni ti è andato bene. Certo non era il sogno della tua
vita, ma lavoravi con qualcuno che stimavi davvero e che ogni giorno ti
insegnava qualcosa, abituata troppo bene forse, ma insomma che per te andare al
lavoro è diventato un incubo, e la routine che prima semplicemente ti annoiava
è diventata una trappola che ogni giorno ti instilla goccioline di veleno nelle
vene, piano piano, ma piano piano ti senti morire dentro e d'un tratto nemmeno
gli aperitivi funzionano più.
Poi un giorno ti fermi, ti guardi alle spalle, ai quasi 10 anni di ufficio
tutti appiattiti in un unico identico ieri, poi guardi avanti, ai prossimi 30
anni nello stesso ufficio tutti gonfiati in un unico, enorme, inutile domani, e
ti chiedi:
"ma davvero la vita è tutta qui? Davvero sono nata per digitare
quattro tasti, farmi venire il mal di schiena, la colite e il male agli occhi?
Davvero sono nata per svegliarmi, mangiare, lavorare, dormire e andare nei
vicoli? Come può la vita essere tutta qui? Come posso pensare di vivere altri
30 anni identici a quei 10 di cui sono già stufa? Per poi cosa? Passare una
pensione da frustrata perché quando andremo in pensione noi probabilmente
dovremo pagare per stare a casa ? Può la vita valere davvero così poco??”.
Non pensiate che sia una critica nei confronti di chi ogni giorno si sveglia
per andare in ufficio, era solo una valutazione sulla mia di vita..
Scrivere mi è sempre piaciuto, e quel giorno mi sono chiesta:
“Se la mia vita
fosse un libro o un film, qualcuno avrebbe voglia di leggerla o vederla???”, e
la risposta è stata no, perché io stessa non ne avrei voglia.. che amarezza.. e
da quel momento ho deciso che avrei fatto di tutto e di più per vivere quella
vita che vorrei leggere in un libro, vivere la mia vita come il preferito tra i
miei film, ecco cosa mi è scattato dentro!
Nulla nella vita è positivo o negativo, almeno non totalmente, dipende
da come noi elaboriamo l'esperienza e in cosa la tramutiamo, il cambiamento in
ufficio per me è stato davvero un giro di boa, poteva diventare un incubo (e
per un po' lo è stato), ma grazie a Dio l'ho fatta diventare un'opportunità',
la più importante. Se questo cambiamento "negativo" non fosse
avvenuto, forse sarei andata avanti altri 10 anni o più in un lavoro che non mi
rendeva felice ma nemmeno triste, insomma, una bella insipida minestrina. Ma
per fortuna, e sottolineo PER FORTUNA, la situazione è diventata così negativa
per me che sono stata costretta a fare qualcosa. IL MIO TRENO, e sta volta non
ci sono i 10 minuti di stop in galleria.
Da lì una miriade di
cose, Reiki, il corso di massaggio Ayurvedico, il corso di riflessologia, conferenze,
seminari etc etc etc.
Sei stata fortunata certo, perché hai trovato cose che ti piacciono
davvero, cose che ti somigliano, in cui sei te stessa. Fortunata certo, ma hai
anche la voglia e la tenacia di seguirle tutte quelle cose, ma proprio tutte,
tutte insieme..
Hai davanti a te un sogno ma per un anno la tua vita è un massacro, lavoro in
ufficio in settimana, tutti i week end, e dico tutti, un corso, studiare e fare
pratica di sera, e poi finalmente iniziare a fare i massaggi di sera,
finalmente si, ma intanto i massaggi te li scoppi dopo una giornata in ufficio
e un week end che l'ultimo in cui ti sei riposata erano almeno 6 mesi prima..
Ma non è stata questa la parte più dura, certo, alla fine eri totalmente
esaurita e non tanto per dire, ma la vera battaglia, la vera sfida, sono stati
gli amici, non tutti chiaro, ma troppi se ci pensi..
Quelle persone che sulla carta avrebbero dovuto sostenerti, sono state quelle
che ti hanno criticato perché nei week end invece di uscire per la solita
bevuta identica a quelle degli ultimi 15 anni, ti sacrificavi per i tuoi
corsi..
Sono state quelle che non volevano accettare che stavi cambiando..
Sono state quelle che invece di sorreggerti perché la strada era dura, invece
di darti una spinta per uscire finalmente dall'acqua e poter così respirare,
hanno cercato di ritirarti giù..
Strano eh? Tante volte mi sono chiesta perché.. forse perché i cambiamenti sono
duri da metabolizzare anche se sono di altri? Forse perché è difficile
accettare che qualcuno cerchi di essere felice, o almeno cerchi di uscire dalla
campana di fumo in cui ci hanno convinti che dobbiamo vivere per essere persone
"per bene" e " normali", e vedere se quello che si sentiva
era l'eco o una vita che si ripeteva all'infinito? Forse perché questo le
costringe a chiedersi se loro della loro vita sono felici? Chi lo sa.. una
risposta non me la sono data, provate a darvela voi, di fatto io sono dove sono
e loro..
Ma il rovescio della medaglia è stato invece un regalo immenso, gli altri
amici, quelli veri, e persone che mi conoscevano appena, mi hanno aiutato in
tutti i modi, mi hanno sostenuta, mi hanno fatto sentire la loro stima.. e
credetemi, quando si decide di cambiare così profondamente la propria vita,
ogni parola di conforto e di approvazione ti aiuta a superare i momenti in cui
i dubbi arrivano, perché è normale che arrivino, soprattutto per chi come me
non può pensare vabbè tanto se va male ci sono mamma a papà che mi mantengono, perché
la mia situazione non è quella.. ma devo dire.. nel mio caso non sono mai stati
sufficienti a farmi vacillare.
Da quel 29imo anno di
vita qualcosa ha iniziato a lavorare nella tua mente, quasi a tua insaputa, è
ancora gennaio, forse febbraio, intanto le cose stanno già cambiando, stai
facendo il corso di massaggio Ayurvedico e stai vivendo in un appartamento che
dividi con la fidanzata inglese del tuo amico, e un giorno questo amico ti dice:
<<Sai in Thailandia fanno corsi di massaggio thai di un
paio di settimane e lì costa tutto poco>>
E così inizi a pensare,
come sarebbe bello andarci, ma senza fretta, starci qualche mese, a fare il
corso, a rilassarti, a scioglierti, a vivere, e poi pensi: “eh! per farlo
dovrei licenziarmi”. E poi ancora, come sarebbe bello fare un corso anche in
india, e poi pensi: “eh! per farlo dovrei licenziarmi”..
E così giorno dopo giorno queste nuove idee prendono vita, una vita propria,
prendono decisioni autonome, fanno piani di cui quasi non ti rendi conto, e
come per magia inizi a pensare: a settembre do il preavviso così a gennaio
parto per la Thailandia e poi vado in India e poi chissà.
I mesi passano,
qualche dubbio, inizi a pensare alla possibilità di aprire un'attività' nella
tua città con amici che hanno i tuoi stessi interessi, chissà forse ha ragione
chi dice che sei pazza a mollare tutto e partire..
Ma poi, finite le ferie, quando devi tornare in ufficio, qualcosa dentro di te
si rompe del tutto, per giorni stai come fuori dalla realtà, inizi a stare male
davvero, mal di testa, che in tutto ti durerà 2 mesi, troppo spesso hai dei
mancamenti, la vista che si abbassa giorno dopo giorno tanto che da un occhio
quasi non ci vedi più..
Sono tutte cose vere purtroppo, è questo che fa la mente quando il troppo è
davvero troppo, tu non stacchi la spina? beh, te la stacca lei, e non importa
quante visite fai, quanti dottori vedi, è sempre lei che decide, non esistono
aiuti, sei sola, SEI SOLA e sei la tua nemica..
E così capisci che davvero la tua vita non può valere così poco, che nessun
lavoro vale tanto, che nessuno stipendio vale tanto e che hai molto di più da
dare e che soprattutto ti meriti molto di più, ma nessuno te lo viene a
regalare, dipende da te, non puoi aspettare i tempi degli altri, è il tuo
tempo, solo tuo, solo tu puoi fare la differenza.
Arriva settembre, il giorno del tuo 30imo compleanno, ti svegli e si, è questo
il giorno in cui ha davvero un senso ricominciare a vivere, arrivi in ufficio,
E TI LICENZI!
Per tutta la vita hai sentito storie di persone che hanno avuto il coraggio di
cambiare vita, o anche solo la pazzia per farlo, e le hai sempre invidiate, ma
adesso può essere il tuo momento, una di quelle persone puoi essere tu.
Ogni cellula del tuo corpo ha programmato questo momento per gli ultimi 9 mesi,
e alla fine..
arrivi sull'orlo del precipizio..
guardi giù,
la solita pietruzza che cade nel baratro come nei film..
pensi "merda non ho il paracadute"..
riguardi giù..
riguardi indietro cosa stai lasciando..
sorridi..
"chi se ne frega!!!"
trattieni il fiato..
e salti nel vuotoooooo
l'hai fatto!!
L'hai fatto! e non è il racconto di qualcun'altro, non è la storia di un libro,
non è solo un sogno campato in aria nei momenti di noia, sei tu, sei davvero
tu, è davvero la tua vita che ha fatto un salto mortale, e tu sei ancora viva,
si sei viva! sei viva!
Ancora alcuni mesi duri, fino a dicembre, ancora "amici" che ti
dicono che sei pazza, “mollare tutto? ma no rimani nella cacca con noi! partire
da sola? in quel brutto mondo cattivo con quella brutta gente cattiva e l'uomo
nero che ti maaaaangia?????” uuuuuu
;-))
il resto ormai è storia!!!!
Chiang Mai
12/03/07
 |
Chiang mai, Thailandia |
Tante volte ne ho scritto, ma mai veramente, non so
che idea vi siate fatti dello scenario di questo mio diario di viaggio, credo
che molti si siano creati nella mente il proprio posto ideale, perché quando si
parla di sogni tutti scopriamo che, chi in maniera conscia, chi inconsciamente,
ma ripeto tutti, abbiamo nel cuore un posto che chiamiamo paradiso.
Per qualcuno è una spiaggia incantata con palme da cocco, per altri un hotel a
cinque stelle, per altri ancora un'immacolata pista da sci. Non cambiate queste
immagini nella storia, perché se anche le parole sono le mie so che l'avete
fatta vostra, e tale deve rimanere.
Vi voglio però parlare della mia Chiang mai perché è davvero doveroso farlo, perché
ho scoperto che il paradiso non è un posto perfetto, una natura incontaminata,
un'immagine da cartolina. Il paradiso è uno stato fisico e mentale, ed è fatto
di sogni si, ma i sogni degli uomini non degli dei, con tutti i loro vizi, i
loro dubbi, le loro paure, no, il paradiso non è perfetto e perciò è paradiso, perché
in questo luogo tutto viene accettato, ognuno con la propria identità, con la
propria stravaganza, con la propria diversità.
Chiang mai. Città, paese, chi lo sa, niente a che vedere con Bangkok, niente
palazzoni alti o centri commerciali infiniti, non quello smog che ti ottura occhi
e pori, non quel traffico così caotico da non consentirti nemmeno di sentire i
tuoi pensieri.
Il centro si trova all'interno di quelle che un tempo erano mura su base
quadrata, ma una volta cadute, per continuare a mantenerne l'idea, è stato
costruito un perimetro d'acqua che corre tutto intorno sui quattro lati e,
anche quando fa caldo, ma caldo davvero, camminare accanto a quello specchio
liquido da un po' di sollievo.
Orientarsi è facile, anche per chi come me non ha assolutamente senso
dell'orientamento, se ti perdi basta seguire tutto il perimetro e prima o poi
arrivi in un punto che conosci. Che sensazione dolce, sapere che qualunque cosa
accada prima o poi la strada la ritrovi sempre..
Ogni punto della cittadina è raggiungibile a piedi, le strade sono piane, non è
quindi faticoso percorrerle, e solo poche vie sono molto trafficate. Poi non si
capisce come mai, ogni tanto sui marciapiedi già stretti, spunta una cabina del
telefono, un idrante, o qualcosa che ti ostruisce completamente il passaggio, ma
a chi cavolo è venuto in mente di metterlo proprio lì? E devi quindi scendere
in strada con il rischio di essere messo sotto da tuk tuk, motorini
rumorosissimi, taxi comuni, o biciclette pirata, perché qui guidano tutti, ma
proprio tutti, come matti e non si fermano nemmeno ai semafori.
Le case sono basse, ad ogni porta un bar, un pub, una guest house. Mercatini e
venditori con le loro mini bancarelle.
A Chiang mai turisti, tailandesi, cani, gatti, stranieri che si sono ormai
stabiliti in pianta stabile, monaci, cinesi, tutti convivono perfettamente,
nessuno si sente di troppo o padrone.
L'energia è quella sottile e luminosa dei sorrisi delle persone, e tutti, dopo
pochissimo, ne sono contagiati, la realtà con i suoi problemi sembra
appartenere ad un altro universo.
Qui tutto è facile, tutto è a portata di mano, qui le persone ti sorridono
senza motivo, perché hanno tanti di quei sorrisi dentro che uno dopo l'altro
saltano fuori perché da qualche parte devono pur uscire- E così l'americano,
come il tedesco, come il russo, come l'italiana, come la ragazza thai, te lo
sbattono in faccia come il solletico di una piuma, questo sorriso che avanza, e
tu sorridi e non ti chiedi come mai è così normale e come mai tante volte sei
tu la prima a farla volare quella piuma d'ala.
Libertà, questo si respira, ognuno è troppo occupato a stare bene per perdere
tempo a fare stare male qualcun'altro, criticando, condannando, impicciandosi
degli affari altrui, come facciamo noi troppo spesso a casa perché siamo così
preoccupati di distrarci dai nostri problemi che vogliamo crearne agli altri
cosi tutti insieme nella cacca si sta meglio.
Felicità. A Chiang mai sono stata felice, tanto. Felicità. Qui ho scoperto
cos'è. Felicità non è non avere problemi, felicità non è svegliarsi ogni
mattina con il cuore leggero, felicità non è un pacchetto che qualcuno ti
regala e tu devi solo scartarlo, felicità non è sapere che tutto va bene e che andrà
sempre bene, no.
Ho scoperto che essere felici è il più duro e il più impegnativo dei lavori, è
svegliarsi ogni mattina sapendo che la vita non è perfetta e cercare nonostante
tutto in se stessi la forza e la voglia di risolvere i problemi, la tenacia di
voler vedere una via di uscita anche quando c'è tanto fumo da non riuscire
nemmeno ad intravedere le proprio scarpe. Perché è vero che nel mio diario ho
sempre e solo parlato di esperienze meravigliose ma ovviamente non ci sono
state solo quelle.. Ci sono stati anche momenti duri, ma di quelli è inutile
parlare, perché forse i sorrisi bisogna riportarli alla mente, le ferite invece
lasciano cicatrici, non serve ricordarle.. ma felicità è anche questo, guardare
le proprio cicatrici con amore perché per ogni segno hai imparato qualcosa, per
ogni lacrima hai scoperto di poter essere felice.
Felicità è' fiducia, è crederci davvero, anche quando siamo stanchi, quando
siamo stufi, ma credere che quel sogno che si intravede all'orizzonte è vero e
che anche quando sembra allontanarsi è ancora lì ed invece di rinunciare
dobbiamo correre più in fretta e sudare di più, non fermarci.
E' tanto facile a volte, pensare che se hai fame tutto sommato ti puoi accontentare
di bere.
NON E' COSI'!
Se sai cosa vuoi devi avere il coraggio di lottare per quello, ed invece tante
volte cosa facciamo? Arriviamo a tanto così, possiamo quasi toccarla la felicità,
l'abbiamo aspettata tanto a lungo, mesi, immaginata tanto a lungo, ci abbiamo
pianto, ci abbiamo riso, ne abbiamo disegnato il viso e il profumo, ne abbiamo
immaginato il calore, eccola, è lì.. ma siamo troppo vigliacchi, troppo
spaventati, troppo intossicati e avvelenati dalle bugie del mondo da credere
che possa essere vera. E così ci convinciamo che stiamo perdendo tempo, che
abbiamo perso mesi ad aspettare, e quando siamo a tanto così distruggiamo
tutto, così almeno sono io che decido non lei, così almeno non rimango deluso
se non era perfetta la felicità (tanto non lo scoprirò mai perché non ho avuto
il coraggio di guardarla in faccia) e allora anche se ho fame mi accontento di
bere che intanto nello pancia qualcosa metto..
E si, essere felici è il più duro dei lavori. Essere felici è cos solo per chi
ha coraggio, il coraggio di vedere se il sogno può diventare realtà, e se poi
non è così ho ancora una vita per sognare, ma intanto non ho rimpianti. Ho
ancora fame è vero, ma non mi sono riempito la pancia d'acqua per non sentire
il vuoto e così il mio sogno l'ho lasciato sfuggire e me ne sto con la mia
borraccia sempre a portata di mano che non si sa mai che mi venga ancora fame,
ancora voglia di sognare..
Felicità. E' partire con la speranza, ogni giorno, che chi ami ti aspetterà e
che non si accontenterà di bere, perché come te ci crede e ha il coraggio di
essere felice, e non rinuncia una settimana prima solo perché si trova una
bottiglia d'acqua a portata di mano, e non si sa mai, tanto bevo, tanto sto
bene per un'oretta. E poi quando la felicità arriva sentirsi un idiota perché
non si ferma più alla tua porta, e perché dovrebbe? "potevi aspettare,
avere ancora un po' di pazienza, ancora un po' di coraggio", ti dici. Ma
lo sapevi anche prima, solo che il coraggio non l'hai avuto, e ti senti
mortificato, e vuoto, guardi la tua borraccia, hai ancora fame, NE VALEVA
DAVVERO LA PENA?? La risposta la sai, ma la sapevi anche prima, ti piace tanto
mortificarti in fin dei conti, così poi hai un motivo per lamentarti e per
crederci ancora meno la prossima volta. Un camion di borracce.
Perché felicità è accettare che la vita non sia perfetta, e che nonostante
questo è ugualmente meravigliosa, che non è il regalo che qualcuno ci fa ma è
una decisione che prendiamo ogni giorno, perché sembra assurdo dirlo ma in fondo
tutti sappiamo che essere infelici è molto più facile. E' molto più facile
convincersi che la vita fa schifo, che tutto va male, non provare nemmeno perché
intanto non c'e speranza, e quando ovviamente va male perché ci hai pensato tu
a rovinare tutto, ti dici: "eh lo sapevo!" e si, è molto più facile essere
infelici.. che avere il coraggio di soffrirsela questa felicità..
ma chiediti:
vale la pena perdere tutto PER LA PAURA DI PERDERE TUTTO???!!!??
Bangkok, Thailandia 15/03/07
Il 13 notte
ho lasciato la mia Chiang mai, il mio sogno, il mio paradiso. 12 ore di bus
notturno. arrivata ieri all'alba a Bangkok.
Quanti pensieri in quelle ore di viaggio, quanti dolci, dolcissimi ricordi,
quanti visi si sono alternati nella mia mente, quanti sorrisi mi hanno aperto
il viso.
Chiang mai. Credo che davvero tutto sarà diverso d'ora in poi, non si può tornare
indietro una volta che si è nel bel mezzo del viaggio e del mio viaggio io ho
superato solo ora l'inizio.
Ho tanti grazie che mi spuntano come freschi fili d'erba, per ogni filo un
nome, per ogni filo un grazie, un verde prato di ricordi..
Bangkok è terribile come quando sono arrivata la prima volta 2 mesi e 1/2 fa,
solo che allora non sapevo quello che avrei trovato, ora so quello che lascio e
questo mi da forza per un verso, ma per un altro mi fa venir voglia di scappare
il più lontano possibile da questo caos.
India, ecco dove sto andando, oggi pomeriggio ho il volo per Bombay, una volta
là davvero non so, non ho avuto il cuore di pensarci, ho cercato di stare fino
all'ultimo secondo nel mio presente per non lasciar andare la mia Thailandia
troppo velocemente. Ci penserò sull'aereo. L'arrivo è per sta sera alle 20.00, sarà
già buio, forse a quel punto sarà il caso di avere un'idea sul cosa fare e dove
andare, ma il viaggio è anche questo, ogni giorno devi decidere che direzione
prendere e non sai mai se è quella giusta, allora tanto vale seguire il cuore,
nel dubbio almeno non tradisci te stesso.
Benaulim, Goa, India 17/03/07
15 marzo. Sono arrivata
a Bombay alle 20.00 (siamo 4 ore e 1/2 avanti rispetto all'Italia). Dopo la
soffocante giornata a Bangkok persino l'aeroporto di Bombay, che nello scalo di
6 ore all'andata per Bangkok mi era parso un incubo, ora paragonato a quella
rumorosa e egoista città sembra un luogo piacevole. E ora dove vado? Non ho prenotato nulla, ma come mai non riesco a preoccuparmi?
Chiedo ad una ragazza chiaramente non indiana se mi sa consigliare un albergo,
lei mi dice che alcune sue amiche l'aspettano fuori e che mi posso unire.
Perfetto. I miei piani? dico: “Voglio andare a Goa” (eh? E quando l'ho deciso?
A volte mi sembra di essere posseduta perché c'è una parte di me che davvero
decide autonomamente..e alla fine seguo sempre quella, per fortuna!!).
Una
delle amiche mi dice che anche loro andranno a Goa il giorno seguente, con il
treno, ma è difficile trovare posto da un giorno all'altro.
<<Forse dovresti
tornare dentro e chiedere per un volo>> mi suggerisce.
Ha occhi grandi e
sinceri, un bel visetto rubicondo e come faccio a non fidarmi, saluto la combriccola
a malincuore perché mi sembravano ragazze simpatiche, entro, pago per il volo
il giorno dopo e prenoto l'albergo e lo spostamento da e per l'aeroporto. Tutto
fatto. Esco di nuovo dall'aeroporto con uno sciame umano che mi si stringe
addosso per farmi salire su qualche taxi chissà per dove, l'effetto non è
diverso da quando ogni mattina mi sono accalcata per trovare posto sul treno
per andare al lavoro, l'India sarà pure difficile, ma chi sopravvive ad una
vita da pendolare sopravvive a tutto!!
Il mio albergo è grazioso, stile vittoriano se è un termine che posso usare
parlando di un albergo a Bombay, comunque rende l'idea. Esco per telefonare,
uno dello staff dell'albergo mi scorta per i 5 metri che mi separano da un
sottoscale dove c'è un solo telefono e un solo computer, e fuori un capannicolo
di una 20ina di ragazzi, tutti maschi, ora capisco la scorta visto come mi
guardano. Telefono e veloce veloce me ne torno al mio alberghetto.
Mattina. Nella via per l'aeroporto vedo un po' di Bombay e capisco che forse
sono davvero strana io, fuori dal mio finestrino aperto vedo mucche che
passeggiano per strada, case mezze distrutte, bambini, vacche e cani che
mangiano dagli stessi rifiuti, un traffico rumorosissimo dove rischiamo almeno
3 o 4 incidenti, eppure non faccio una piega, mi sembra tutto così normale,
come se lo avessi visto chissà quante volte.. Forse a forza di immaginarmela
questa India l'ho già vissuta.
Le donne indiane sono molto diverse dalle donne thai, hanno corpi voluttuosi,
fasciati in sari bellissimi e coloratissimi che sembrano sempre appena
indossati, hanno visi scuri e occhi profondi, ne sanno di terra e di madre, di
qualcosa di assolutamente vissuto e forte. Camminano fiere in mezzo alla strada
o tra gli uomini, a testa alta forse perché è per loro l'unico modo per farsi
spazio. Mai stata una vita facile la loro.
 |
Benaulim, Goa, India |
Eccomi all'aeroporto di
Goa, si ma Goa è uno stato non un paesello, e ora? Ovviamente zero piani,
guardo la mia lonely planet, cerco un posto tranquillo, Benaulim, aggiudicato,
si parte con il taxi prepagato all'aeroporto.
E dov'è finita l'India?? Le belle stradine che ci portano al paese sono
costeggiate da graziose case basse, in stile coloniale, circondate da fiori
colorati e palme e si perché Goa era una colonia portoghese, ed eccomi a
Benaulim, eccomi all'albergo che avevo selezionato sempre sulla guida, metodo
di scelta? era il primo della lista. Hanno una camera e così mi fermo, facile
facile.
Mi sa proprio che sono finita nel paradiso di qualcun'altro, di quelli che si
aspettano una spiaggia immacolata e palme, perché è qui che mi trovo, il mio
albergo da direttamente sul mare, ovviamente molto economico, ma la spiaggia?
E’ praticamente identica a quella della mia
SAL a CAPOVERDE Mare e sabbia
sono davvero uguali, solo che qui ci sono le palme e invece dei venditori
senegalesi ci sono ragazze indiane che cercano di venderti hennè o sari, per il
resto lo stesso. E certo, sono entrambe colonie portoghesi! Anche le barche dei
pescatori sembrano le stesse con nomi portoghesi.
Eccomi qua, alla fine del mio viaggio, luogo diverso si, ma capisco che tutto
sommato sono ancora io, e nonostante tutti i cambiamenti avvenuti in me in
questi mesi le cose che mi piacciono sono ancora le stesse e qualcosa di
inconscio ma molto radicato in me mi riporta in un posto dove sono stata
felice, anche se era un altro stato, un altro mare, forse un'altra vita.
E' già passato un giorno dal mio arrivo di ieri, oggi dopo una lunghissima
passeggiata sulla spiaggia torno alle sdraio del mio alberghetto, vedo una mano
che sventola dalla mia parte e una voce femminile tutta eccitata, tre ragazze
sdraiate che mi guardano, da non credere.. sono le ragazze dell'aeroporto!!! E come faccio a sorprendermi? Da quando sono in viaggio ogni giorno è una magia..
come ho già detto Goa è uno stato e che loro siano, non solo nel mio stesso
paese, ma addirittura nel mio stesso albergo... ma uno come fa a non sorridere
alla vita quando lei calma, sorniona, ti guarda e ti fa l'occhiolino? ;-)
Benaulim,
Goa, 21/03/07
 |
Benaulim, Goa, India |
Questo è l'ultimo giorno del mio diario. Domani la
partenza e venerdì mattina sarò in Italia.
Che settimana dolce, un tempo lento, pigro, lunghe passeggiate nel paese o
sulla spiaggia. I sari delle ragazze indiane che in riva al mare sembrano
bandiere vive che colorano il vento, i bufali d'acqua che fanno il bagno in
mare come cagnolini da compagnia, la musica indiana mista a quella occidentale. Quanti contrasti, anche qui vedere le cose più diverse accostate l'una
all'altra sembra normale, è semplicemente vita del resto.
Ero preparata ad un'India severa, che ti assale, alla quale non dare troppa
confidenza e all'inizio con questo pensiero sono stata un po' ad ascoltarla, ad
annusarla, a sfiorarla e poi scappare come fanno i gatti con la zampa quando
non conoscono qualcosa, lo toccano appena e poi via per studiare la reazione. Ma qui è tutto diverso, niente di cui dover avere paura, con le persone ci si può
parlare senza che diventino invadenti, anche qui a Goa come a Chiang mai tutto
sembra facile.
Le serate sono scivolate
via allegre a chiacchierare e gustare un superbo cibo indiano con le ragazze
conosciute all'aeroporto e con una ragazza canadese e così alla luce di
candele, di fronte al mare, cinque giovani donne, cinque mondi diversi, paesi
diversi, culture diverse, sono state ore a ridere, a confrontarsi, a parlare di
viaggi e di vita.
Vichy e Bechy, Londra, una assistente sociale, l'altra che lavora in un
ufficio. Sarah, Vancouver, la più giovane, 24 anni, lavora in un pub. Si sono
conosciute 5 anni fa in un viaggio e per un anno hanno continuato a viaggiare
insieme per tutto il mondo. Dopo 4 anni viaggiano di nuovo insieme. Keylah,
Toronto, infermiera, lavorerà in India 4 mesi con medici senza frontiere.
Georgia, Italia, per ora sognatrice, poi si vedrà.
E' così facile sentirsi parte di qualcosa quando viaggi, e quel qualcosa è il
viaggio in sè, per il solo fatto di essere tutti lontani da casa a sperimentare
e scoprire e muoversi nel mondo, ci si sente tutti simili, anche se ogni
persona che si incontra, ogni viaggiatore, è diverso, ha il suo mondo, c'è però
uno stesso spirito di fondo e non serve spiegarselo, non serve dire “hei ti
capisco quando parli perché per me è lo stesso”, perché lo si sa, comunque.
Mesi fa ho pagato un biglietto per l'India, prima di arrivarci non sapevo
quello che stavo cercando, sapevo solo che volevo un'India amica, non l'India
difficile di cui spesso ho sentito parlare e questo ho avuto, un'India che
India forse non è, ma è stata perfetta così, non importa che destinazione c'era
sul biglietto, la cosa importante è che sto per tornare in Italia con la
sensazione di aver avuto davvero quello che cercavo e soprattutto mi sento
piena di gratitudine per esserci arrivata guidata da non so chi, non so cosa,
ma sono arrivata dove mi serviva.
Dopo i bellissimi e intensi mesi di Chiang mai volevo avere il tempo di
rielaborare e accogliere tutto quello che è stato, pensavo a qualche posto in
cui poter fare yoga o meditazione, pensavo ad un posto con templi o ad un
ashram o chissà cos'altro, ma qui a Goa, su questa spiaggia, su questa sabbia
tanto compatta che le poche orme si intravedono appena, qui, con il fruscio
delle palme, i giochi del vento, qui ho trovato esattamente quello che cercavo,
nelle lunghe passeggiate, nei riflessi del sole sulla schiuma delle onde, ogni
pezzo è andato al suo posto, ogni ricordo, ogni pensiero.
Mai un attimo mi sono chiesta perché sono arrivata qui, mai un attimo mi sono
sentita nel posto sbagliato perché non è "l'India" che uno si
aspetta.

La curiosità per un'India appena accennata però rimane, in futuro sicuramente avrò
un viaggio diverso, quando sarà il momento.
Sto tornando a casa, forse la fine di un viaggio ma non so chi ha detto che il
viaggio più lungo è quello dal cervello al cuore.. di strada quindi ce n'è
ancora tanta, spesso però non serve viaggiare per sentirsi nel viaggio,
l'importante è guardare avanti e sapere poi quando fermarsi.
Ringrazio tutti per avermi seguito fino a qui, le prossime parole saranno in
Italia.
vi abbraccio
Georgia
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IO TI VEDO, IO MI VEDO di Georgia Briata
Questo libro parla dell'energia femminile e del "Non essere vista" che di questa energia è la ferita principale. È ora di dare voce a tutte le tue parti invisibili che ti impediscono l’amore e l’abbondanza e di onorare il tuo corpo e tutta la stirpe femminile della tua storia. Questo è il tempo della dignità e della libertà di essere solo te stessa, di vivere la tua vita pienamente e soprattutto di vederti, per esistere veramente.
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IO VIVO REIKI di Georgia Briata
Il Reiki metodo Usui è una pratica energetica che consente di indirizzare l’energia vitale universale verso sé stessi e gli altri e aiuta a integrare i nuovi codici di luce che stanno arrivando su madre terra. Ma Reiki non è solo uno strumento, è essenza che vive, è amore che rigenera e colma tutti gli spazi vuoti dentro di noi, per portare radicamento, appartenenza, senso e soprattutto una direzione, quella del cuore.
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A REIKI CON AMORE di Georgia Briata. Ho spiegato cosa sia Reiki Usui in "Io vivo Reiki" e "Nell'albero dell'amore". Questo libro è per dare ulteriori spunti, ma cosa più importante per me, è la mia dichiarazione d'amore per Reiki, per tutte le cose incredibili che mi ha portato. A Reiki io devo ogni sogno che ho avverato. Per questo vorrei aiutare le persone a comprendere cos'è Reiki realmente, e quale magia sia in grado di creare non solo nel percorso di crescita umana e spirituale, ma anche e soprattutto nella vita materiale. 💙 Ordinabile ON LINE e nelle LIBRERIE.
NELL'ALBERO DELL'AMORE di Georgia Briata
Questo libro è per tutti, perché attraverso il Perdono Energetico si possono ripulire e pacificare le memorie familiari che ogni persona porta con sé dal primo respiro.
Per chi è attivato all’energia Reiki, è un incredibile aiuto in più da poter utilizzare. Insieme, questi due strumenti conducono per mano verso la via della felicità, in una nuova realtà libera dal passato.
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L'ALDILA' NELLA MORTE, L'ADILDA' NELLA VITA di Georgia Briata
Quando moriamo ci dissolviamo oppure entriamo nella nostra vera vita?
Chi sono gli angeli e i demoni ?
Lo scopo di questo libro è quello di portarti a ricordare il viaggio che hai già fatto nell'aldilà per rinascere in una nuova vita, così da rendere la morte un'amica. E di farti comprendere la nuova medianità di cui fai parte, perché avere dei doni medianici senza però saperlo, può rendere la vita una faticosa salita.
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MI VEDO, MI PERDONO, MI AMO di Georgia Briata
Perdonare i genitori e chi ci ha cresciuto significa ripulire tutti i programmi che ci hanno inculcato e tramandato, così da poter sviluppare la nostra vera forma. Non solo la tua famiglia, ma ogni persona è riflesso di una parte di te. Rappresenta un tuo blocco, un tuo talento, qualche tuo frammento che hai rifiutato o perso nel tempo. In questo libro imparerai a conoscerti, a integrarti e ad amarti attraverso i tuoi rapporti familiari e le altre persone.
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I partner sono il nostro specchio, ci dicono sempre a che punto siamo nell’amore verso noi stessi e come si muovono in noi l’energia maschile e l’energia femminile. Nelle mie parole spero che tu possa finalmente trovare le chiavi per liberarti dalle relazioni tossiche e dalle prigioni interiori di narcisisti, vampiri energetici e manipolatori, comprese quelle create dai genitori, per aprirti così a una relazione sana.
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DENARO È AMORE di Georgia Briata
Come da bambino ti sei sentito amato, oggi ti sai amare e nella stessa misura sperimenti il denaro. Perché denaro e amore sono la stessa cosa. Hai bisogno di imparare ad amare te stesso, il fatto di creare prosperità è un effetto collaterale. Il viaggio verso una maggiore ricchezza materiale è in verità un percorso interiore di perdono delle emozioni, delle ferite e delle offese alla propria dignità, alla propria identità e al proprio valore.
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Non siamo qui per mendicare briciole di vita, ma per sperimentare la materia nella sua essenza e nel suo splendore.
Vivere è un onore, perché anche quando non ce ne accorgiamo ospitiamo continuamente il nostro sé divino. Il denaro non è solo per te, ma è necessario affinché la tua anima possa fare quelle esperienze per cui è scesa in forma umana. 💙 Ordinabile ON LINE e nelle LIBRERIE.
L'ascensione del pianeta sta liberando forze malevole e distruttive che siamo venute a trasmutare in luce, e l'unica liberazione da queste energie basse e dense è il risveglio spirituale. In questo libro ti insegnerò come fare. Come influenzare la realtà con il bene. E come utilizzare gli strumenti di sciamanesimo quantico che non sapevi di possedere, così che possano diventare risorse importati per la tua missione.
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A causa di tutti i colpi che l'essere umano sta subendo, nel corpo si è attivata la paura di morire. E la paura di morire impedisce la vita, il successo, la forma fisica, la salute e il vivere bene la materia. L’intento di questo libro è quindi di aiutarti a comprendere la tua parte più materiale. Il corpo, il cibo, la sopravvivenza, il denaro. E a pacificare la paura di morire. Perché questa è la porta per accedere al nuovo.
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Questo libro aiuta nella transizione tra la vecchia matrice e la nuova vita, e a uscire dai buchi neri emotivi ogni volta in cui ci cadiamo. In quei momenti è necessario integrare la nostra parte bambina più ferita, e creare le emozioni superiori e le forze divine di creazione, necessarie per accedere alla propria vera identità spirituale e alla nuova realtà. 💙 Ordinabile ON LINE e nelle LIBRERIE.
IL Sé OSCURO, LA VERGOGNA E IL TEMPO DEGLI INGANNI di Georgia Briata
L'ultima parte del passaggio alla nuova dimensione è il tempo degli inganni. È l'integrazione di un guardiano oscuro che ha il compito di impedire la liberazione dall’albero genealogico familiare e il risveglio spirituale, e usa le altre persone per ingannarti. Puoi osservarlo nei narcisisti e manipolatori o in chi ha il potere di impedirti di fare le cose e lo fa con ignoranza e slealtà.
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Dal radicamento dipende il benessere nella materia e la consapevolezza di esistere. Ma quando l'anima si risveglia ritira le sue radici dall'albero genealogico e noi ci sradichiamo. Anche l'ascensione del pianeta ci fa sradicare. Il libro ti aiuta a realizzare un nuovo radicamento, che ti dia il permesso di esistere e fiorire fuori dal tuo albero genealogico familiare. E a tenere la connessione con la terra anche quando lei cade di piano.
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DAL CAPRO ESPIATORIO ALL'AMORE di Georgia Briata
Ti voglio parlare della famiglia narcisista e del bambino d’oro, perché se ne sei fin da piccolo il capro espiatorio vivi in una prigione che impedisce ogni cosa. Li osserveremo nel film tridimensionale e poi dal punto dell'anima, per comprendere la sua scelta di nascere in una stirpe tanto faticosa e portare pace. Potrai allora uscire dal soggiogamento in cui sei cresciuto e passare così dal capro espiatorio all’amore.
ANIMA ANTICA ENTRA NEL NUOVO di Georgia Briata
Anima antica, prosegui ancora il tuo viaggio con fatica non capendo che lo sforzo adesso è vano, non vi è più nulla da fare rispetto al passato. Sei ora in bilico tra due mondi, sei sulla punta della piramide di terza dimensione che si sta capovolgendo con te sopra e tutto ciò che ti viene richiesto ora, è di aiutare questo movimento lasciandoti andare con fiducia.
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Magia è smettere di lottare e abbandonarsi con il cuore pieno e sereno alla propria anima e al sé superiore. Vivere nella magia è la ricompensa per tutto ciò che di "doloroso" hai dovuto attraversare in questa scuola tridimensionale. Questo non è un nuovo viaggio, ma l'arrivo in quel luogo pieno di ogni cosa, colmo di pace, fiducia, bene e amore che con tanta fatica abbiamo cercato.
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Questo è uno strumento di Divinazione Evolutiva. Qui troverai le frasi più potenti dei miei tanti scritti, accompagnate da parole nuove che ti possano aiutare a districare con chiarezza i miei versi e il tuo pensiero. Poniti una domanda e apri il libro a caso. Chi ti risponderà sarà sempre il tuo Maestro interiore.
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IL GUSTO DELL'ANIMA - Diario di viaggio e di un sogno di Georgia Briata
Questa è la storia del Risveglio di un'Anima, la mia. Lo scoprire che la vita che facevo non mi apparteneva, i turbamenti, il cercare di comprendere lo scopo della mia esistenza e chi sono veramente. Fino ad arrivare, finalmente, a Realizzare il vero Sogno della mia Anima. Spero che le mie parole siano di conforto quando la fiducia vacilla.
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BASTA IL MARE di Georgia Briata
I sensi di colpa e la vergogna che impariamo da bambini ci fanno dimenticare i nostri sogni e il nostro valore. Le parole di questa favola per adulti vogliono aiutarti a ritrovare la strada per la felicità, per l'innocenza e per la libertà di essere te stesso. Ed ancora di più vogliono aiutarti a sognare di nuovo.
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