Il taxi mi porta al
porto internazionale di Thong Sala, che non si può definire proprio moderno… la
biglietteria è un gabbiotto che sta in piedi per miracolo, la zona ristoranti
una riga di carretti ambulanti di fritti, succhi e inquietanti cose che non
posso credere siano commestibili, piazzati al sole lungo la banchina di
attracco.
La sala di aspetto una tettoia senza pareti, con le sedie più sporche che io abbia mai visto, ovviamente insufficienti per i tanti viaggiatori in attesa che pian piano si accumulano ed iniziano a sedersi per terra.
La sala di aspetto una tettoia senza pareti, con le sedie più sporche che io abbia mai visto, ovviamente insufficienti per i tanti viaggiatori in attesa che pian piano si accumulano ed iniziano a sedersi per terra.
Tra la folla di persone in infradito e abitini
inesistenti che già so, vedrò tremare nella terrificante aria condizionata del Ferry e del bus, vedo una ragazza vestita esattamente come me, secondo la sapiente e antica saggezza europea:
jeans leggeri, canotta,
felpa in vita e scarpe da ginnastica. Solita tenuta da battaglia insomma.
Siamo le uniche abbigliate così. Le cose
sono due, o è italiana o…
... Maria, di Madrid, e certo! Prima o poi tutti
conoscono una Maria di Madrid e oggi è arrivato il mio momento, è quasi un passo iniziatico che, sono certa, mi
stia consacrando a cittadina del mondo, sono pronta!.
Tutto regolare.
Non sai come, non sai che strada farai, sai solo che prima o poi arrivi.
Dopo una breve notte di
sonno, iniziamo a girare per la zona di Kao San Road e Rambuttri village e, forse per il meraviglioso e tranquillissimo effetto sedante di
Koh Phangan, (non ne potevo più), o forse come conseguenza del digiuno non lo so, guardo queste incasinatissime, sporchissime e puzzolenti
strade... e me ne innamoro.
Così.
A tradimento.
Maria è una compagna
davvero piacevole per le poche ore che passiamo insieme prima della sua
partenza per tornare a casa.
New Joe Guest house, in un piccolo vicolo parallelo a Kao San Road, lontano dal rumore ma vicinissima alla vita. Questo è stato il primo luogo in cui ho dormito 8 anni fa nel mio primo viaggio in Thailandia e l'ho adorato subito.
Tutta la struttura è vecchia, la manutenzione sembra essere un concetto astratto, ma ha all’ingresso un delizioso ristorante tranquillo, immerso nelle piante, molto fresco, con ottimi piatti e quel gusto del viaggio che, come in ogni luogo magico non ti sai spiegare, ma ti si appiccica addosso e da quel momento non te lo togli più.
Quindi, nonostante sia veramente spartana, non posso che consigliarla con il cuore.
Voglio visitare il Tempio Wat Po, non è lontano dalla zona in cui mi trovo quindi decido di andare a
piedi. Sotto il già cocente sole delle 10.00, ho la terribile leggerezza di
chiedere la direzione ad un taxista...
... Mai mai mai! Mai chiedere info ai thailandesi a Bangkok, nemmeno a quelli che sembrano ingenui passanti, ti manderanno di sicuro nella direzione sbagliata, oppure ti diranno che il luogo in cui vuoi andare è chiuso per qualche strana ricorrenza, ma aprirà nel pomeriggio, e tutto questo per costringerti ad affidarti ai taxi o ai tuk tuk. Li odio. Giuro! Questa cosa proprio non riuscirò mai ad ingoiarla.
... Mai mai mai! Mai chiedere info ai thailandesi a Bangkok, nemmeno a quelli che sembrano ingenui passanti, ti manderanno di sicuro nella direzione sbagliata, oppure ti diranno che il luogo in cui vuoi andare è chiuso per qualche strana ricorrenza, ma aprirà nel pomeriggio, e tutto questo per costringerti ad affidarti ai taxi o ai tuk tuk. Li odio. Giuro! Questa cosa proprio non riuscirò mai ad ingoiarla.
Wat Po è un famosissimo tempio e la scuola di massaggi
più antica della Thailandia. All’interno si trova il Buddha
sdraiato, prende tutta la lunghezza del tempio per 48 m e 15 di altezza. Devo dire
che toglie il fiato talmente è maestoso.
Qui c'è l'usanza che una donazione
di 20 baht (circa 50 centesimi di Euro), te la cambiano con decine di
monetine, ci si mette in fila e una monetina alla volta viene inserita in una
riga di ciotole, immagino recitando preghiere o richieste. Io nel dubbio
ripeto un grazie per ogni monetina, che non guasta mai.
Vorrei vedere altro, ma fa davvero un caldo insopportabile.
Vorrei vedere altro, ma fa davvero un caldo insopportabile.
Quello che si percepisce nell’aria, quello che si vede e quello che invece, trasparente, ti attraversa come la carezza di un angelo?
No non si può. Se uno non viene qui a vedere con i suoi occhi, ad annusare, ad ascoltare, non saprà mai quanto pieni possano essere i sensi, quanto nutrita può essere l’anima.
Mi siedo in un piccolo
ristorante, il menù è così logoro che quasi non riesco a leggere, il tavolo si
muove così tanto che devo restare immobile sennò cado con lui. Ordino un
meraviglioso curry, perchè dopo il digiuno l'altra novità è che improvvisamente amo la cucina thai che
prima detestavo.
E osservo...
Le persone che passeggiano.
I turisti con le gambe ancora bianche.
I thai che passano a piedi o in bicicletta.
Le lucine.
Le bancarelle.
Il tempo sembra quasi rallentare.
E osservo...
Le persone che passeggiano.
I turisti con le gambe ancora bianche.
I thai che passano a piedi o in bicicletta.
Le lucine.
Le bancarelle.
Il tempo sembra quasi rallentare.
I gestori del
ristorante giocano con i loro bimbi, perché qui tutta la vita si svolge
insieme, non esiste separazione tra casa, ristorante e famiglia. Stanno tutti
insieme sempre, quindi mentre mangi è normale vedere la famigliola che fa le
sue cose domestiche, vestiti in pigiama, con le moto parcheggiate dentro al
ristorante, la figlia che si fa la tinta ai capelli, i bimbi che giocano o
guardano la tv, gli animali domestici e non, che girano in cucina e sotto la tua
sedia.
Ed è normale così. È perfetto così. Tutta la vita in un istante.
Tutta la realtà che normalmente uno tiene per sé nell’intimità delle mura domestiche, qui ti viene sbattuta in faccia.
Tutta la realtà che normalmente uno tiene per sé nell’intimità delle mura domestiche, qui ti viene sbattuta in faccia.
Guardo i bimbi del
ristorante, piccolissimi, di pochi mesi o anni ciascuno, che giocano e ridono e cadono. I genitori un po’ guardano loro, un po’ il gatto, un po’ la cottura
del mio curry.
Poi con l’occhio della mente guardo me stessa, lontana dalla vita che chiamo realtà e che conosco da sempre, da sola, immersa in questo strano, stravagante, inebriante momento e mi sento commossa.
Grazie Dio.
Grazie Geo.
Sorrido.
Per vedere tutte le foto di Kao San Road clicca qui: ALBUM
Per vedere tutte le foto di Wat Po clicca qui: ALBUM
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Poi con l’occhio della mente guardo me stessa, lontana dalla vita che chiamo realtà e che conosco da sempre, da sola, immersa in questo strano, stravagante, inebriante momento e mi sento commossa.
Grazie Dio.
Grazie Geo.
Sorrido.
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