Chiang Mai, Thailandia, 22 Marzo 2015

Dopo Bangkok sono arrivata a Chiang Mai, solito bus notturno, solita notte in bianco. Arrivo alle 7 di mattina e mi butto alla ricerca di un posto per dormire.

Ma cos’è successo alla Chiang Mai che ricordavo?

Le guest house in cui dormivo in passato hanno raddoppiato i prezzi, che adesso, un po’ per l’aumento un po’ per il cambio sfavorevole della moneta, costano intorno ai 12-14 €uro, che non è tanto in generale, se non fosse che in passato sono riuscita anche a pagare 3 €uro a notte in una guest house con piscina.

Per fortuna trovo una pensioncina molto economica e comoda, (D. N. House, 2 Soi 1 Ratchadamnoen Rd. Tel. 053-213153) non è tra le migliori che ho visto, ma ha un bell’ingresso fiorito e la stanza è freschissima, cosa da non sottovalutare con il caldo assurdo che c’è già alle 8.00 di mattina. 
Sono delusa. Non riconosco più il mio paradiso.
Sembra un posto modaiolo, con bar e ristoranti occidentali, anche questi “costosi”, con le cameriere thai vestite da cameriere… cosa assolutamente mai vista in Thailandia, di solito sono vestite come capita, alle volte sembrano quasi in pigiama, alle volte lo sono veramente!

Mi sento persa, questo è il luogo di cui mi sono innamorata la prima volta in cui sono stata in questo paese. E' il luogo che per me era davvero un paradiso, certo, con tutte le contraddizioni dei paradisi “umani” e non divini, ma mi sentivo a casa, felice, nel mio posto speciale. 

Volevo spostarmi subito a Chiang Rai e tornare poi per restare alcuni giorni prima di partire, ma non me lo dice il cuore di lasciare la mia Chiang Mai con questa terribile sensazione, con questa delusione.


E ho fatto bene, dopo qualche ora di sonno vado a fare un giro per i templi… ed eccola di nuovo, la rosa del nord come la città viene chiamata, riecco tutta la sua bellezza che sembrava nascosta sotto strati di trucco. 

Come quell’amica che conosci da sempre, con la quale andavi a bere, a ballare, a divertirti e che improvvisamente sembra aver fatto fortuna. 

Arriva tutta imbellettata, ti guarda dall’alto in basso come se non fossi quasi più degna di lei e non la riconosci più. Ma poi basta una birra e un po’ di musica, ed eccola lì, di nuovo lei, di nuovo a far casino insieme… certo parlando di templi magari l’immagine non calza… ma eccola qui. 
La mia amica. 
Il mio paradiso. 
È cambiato, ma è ancora il mio luogo speciale.

Per chi ama i templi, o l’immagine del Buddha, come me, Chiang Mai è il posto ideale, ne è letteralmente invasa. In mezzo al nulla o a palazzi grigi, sporchi e fatiscenti, compaiono queste perle di bellezza, piene di colori, intarsi, immagini dell’illuminato. In questa zona ce ne sono a decine, alcuni semplici, alcuni più elaborati.

A colpo d’occhio possono apparire tutti simili tra loro, ma ogni tempio ha la sua particolare energia, alcuni sembra che ti accolgano, altri che ti respingano, altri ancora che ti osservino. 

Oltre al tempio centrale, girovagando per il giardino, si trovano sempre altre costruzioni minori, piccoli altari, statue di Lord Buddha, come lo chiamano loro, giardini ormai lasciati incolti, oppure meravigliosamente curati. Ed è questa la parte che amo di più, quella dei segreti, della storia, di quell'immagine che non è perfetta per le fotografie. 

Mi piace anche cercare di andare dietro all'altare principale all'interno dei templi. Spesso si trovano vecchi oggetti pieni di polvere, libretti di preghiere, offerte all'illuminato. Mi sembra quasi di poter respirare momenti persi nel tempo, come se venissi catapultata in qualche vecchia cerimonia e riuscissi a vederne le immagini...
... i monaci, il tempio al massimo del suo splendore, i mantra ripetuti in sottofondo.

E io mi sento così appagata, mi basta varcare l’ingresso del giardino, ancora prima di entrare nel tempio di turno, per sentirmi quieta, in pace, protetta, piena d’amore. Forse è per questo che Chiang Mai è un luogo così magico per me.

Di questa mia decisione di restare qualche giorno, ne è causa anche la voglia di vedere il Sunday Market, il mercato che viene fatto ogni domenica. 

Nella zona vicino al Tha Pae gate (una delle porte delle antiche mura che circondavano la città) vengono chiuse molte strade per allestire questo mercato meraviglioso. 

Per me è uno dei mercati più belli mai visti, forse il più bello in assoluto. È enorme, e bellissimo, è vivo. 

I colori delle stoffe delle tribù del nord, il profumo dei cibi, le poltrone per i massaggi ai piedi, le piccole orchestre di bambini che suonano in mezzo alla strada. 
Le bancarelle piene di luci. La musica Thai nell’aria. Anche i giardini dei templi vengono riempiti di bancarelle e ristorantini improvvisati.

E’ incredibile come la parte spirituale dei templi e quella più materiale della vita, sia così intensamente mescolata, senza separazione. Lo spirito e il corpo, tutto un’unica cosa, come sempre dovrebbe essere.

E per chi ricorda il “freeze” che andava di moda in televisione qualche mese fa, qui ne hanno uno totale, pazzesco. 
Alle 18:00 viene suonato un inno al Re, e tutti immediatamente si bloccano, sul posto, così com’erano. 
Vi immaginate durante l'immenso sunday market, un’intera città, forse un’intera nazione, di thailandesi e turisti, immobile per un minuto, come se fosse un gioco? Eppure è la loro realtà. 

La thailandia, nonostante sia molto cambiata, nonostante stia sempre di più indossando una maschera occidentale, vive ancora delle sue tradizioni, delle sue piccole cose, delle sue superstizioni, delle sue immagini sacre, del suo passato al quale, in fondo, rimane profondamente attaccata.


Si è valsa la pena restare qualche giorno di più, per ritrovarmi di nuovo e finalmente a “Casa”.

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